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1993 |
Apprensione per Paglia CASERTA COL FIATO SOSPESO PER LE SORTI DEL PARA' FERITO CASERTA – Ore di trepida ansia a Caserta per Gianfranco Paglia, giovane ufficiale paracadutista rimasto gravemente ferito nell'infame agguato di Aidid, che è costata la vita al suo collega Andrea MILLEVOI Sottotenente dei Lancieri di Montebello, al Serg. Magg. Stefano PAOLICCHI del 9° rgt. D'Assalto Col Moschin ed al soldato di leva Pasquale BACCARO. Nella sua abitazione, si vive nella speranza del miracolo. In aereo da Ciampino è, decollato lo zio di Gianfranco, Salvatore ed il cugino Emilio. Le micidiali raffiche che hanno raggiunto i militari in missione di pace hanno colpito veramente duro. Tre morti e 22 feriti, sono un bollettino tragico. Una pallottola ha raggiunto il S.Ten. Paglia all'emitorace destro penetrando in profondità fino alla colonna vertebrale. La situazione, apparsa in un primo momento non eccessivamente grave, si è appesantita, poi. Gianfranco è stato sottoposto ad un duplice intervento, ci sono state delle complicazioni, i sanitari mantengono un prudente riserbo. Non si dispera per la vita. Tratto da "Il Giornale di Napoli" il 5 luglio 1993 |
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Paglia rientra a casa Finalmente dopo 10 giorni di agonia, appeso ad un sottilissimo filo che lo legava ancora alla vita, è tornato in Italia, sconfiggendo la morte, il S. Ten Gianfranco Paglia, 23 anni nato in provincia di Milano ma vissuto a Napoli fino a tre anni fa quando con la famiglia si è trasferito a S. Leucio un paesino in provincia di Caserta. E’ partito lo scorso 29 maggio volontario per la missione di pace a Mogadiscio ed è tornato sapendo che quella era una vera e propria guerra pagata col sangue di giovani come lui che volevano la libertà di quei popoli “assatanati” dalla fame e dalla miseria. Con un Dc-9 dell’aeronautica è atterrato all’ aeroporto di Ciampino. Ad attendere il giovane parà, lo zio Salvatore Paglia e il cugino Emilio De Marco recatisi a Mogadiscio 10 giorni prima proprio per riportarlo in patria sano e salvo, sono presenti tutti i parenti e ovviamente le autorità sia civili che militari, è pronta anche una autoambulanza che trasferirà l’ufficiale all’ospedale militare del Celio. Sul letto dell’ospedale militare il ragazzo muove appena le labbra, ha una ferita che gli taglia il torace e un tubo che gli entra in gola per permettergli di respirare, anche un polso è fasciato, a rendergli il saluto ufficiale da parte di tutta la nazione è il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Tratto da "Il Mattino" 13 luglio 1993 |
Storia di un eroe Ha salvato quattro commilitoni colpiti nella battaglia del Pastificio. Poi i cecchini hanno preso anche lui. Ha 23 anni e resterà paralizzato per sempre: “Ma, giuro, rifarei tutto…”. Su un letto dell’ospedale militare, il ragazzo muove appena le labbra. “Il peggio è passato”, sussurra tentando un sorriso. Ha una ferita che taglia il torace, un tubo che gli entra in gola, un polso fasciato. I l resto del corpo, immobile. Ha 23 anni. Si chiama Gianfranco Paglia, sottotenente paracadutista , reduce da Mogadiscio, dalla battaglia del 2 luglio al check point Pasta che ha fatto tra gli uomini del nostro contingente 3 morti e 23 feriti. Non sa ancora, il sottotenente Paglia, di aver perso per sempre l’uso delle gambe, di essere praticamente morto dalla vita in giù, di dover passare il resto dei suoi anni inchiodato su una sedia a rotelle, con la spina dorsale squarciata da una pallottola e un polmone ridotto a metà. “Preparami un frullato”, chiede alla madre, “ora che il peggio è passato”. Tratto da "Epoca" 27 luglio 1993 |
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Le lettere da casa Gianfranco "PARE UNA VACANZA" Qui mi sembra di stare in vacanza. Vi sembrerà incredibile, ma è così. Ho subito acquistato gli stivaletti dei marines. Sono molto belli. Oggi ci siamo finalmente sistemati nelle rispettive tende. Per il momento la situazione è tranquilla, non ci sono incidenti. Ma evitiamo di rilassarci. Soprattutto io. Mi conoscete, sono troppo preciso nel mio lavoro. Modesto, vero? Vi domanderete il mio primo impatto. Degrado, miseria, povertà. La guerra ha combinato un vero casino. Vi garantisco che tra vedere una città distrutta dalla guerra in tivù e toccare il tutto con mano è un'altra cosa >>. Non preoccupatevi: io sto bene. Posso garantirvi che questa è un’esperienza unica. Sono soddisfatto di come sto facendo il mio lavoro. La truppa mi stima molto e ha fiducia in me. In questo momento ciò è molto importante. Quando si è per strada con questi ragazzi, loro per primi debbono aver fiducia nel proprio comandante. Soprattutto quando ci sparano addosso>>. Tratto da "Epoca" 27 luglio 1993 |
Il segno della guerra Ferito per salvare i compagni in Somalia “Voglio continuare a lavorare nell’esercito” CASERTA – Sono andati ad accoglierlo all’aeroporto di Capodichino i parenti, la fidanzata, gli amici, i colleghi della squadra di calcio dell’Audax Capua, di cui era il portiere. Erano un centinaio, issavano un lungo striscione tricolore. Abbracci, cori di bentornato l’aerostazione è stata presa d’assalto. Sette mesi lontano da casa. E’ tornato ieri pomeriggio, su una sedia a rotelle, Gianfranco Paglia 23 anni napoletano di nascita e casertano d’adozione, casco blu dell’ONU rimasto ferito il 2 Luglio scorso mentre imperversava la battaglia al Check-point Pasta, un nome e un luogo di Mogadiscio diventati ormai familiari agli italiani. Una carriera da brillante ufficiale davanti a sé, poi all’improvviso quell'incidente.<<Certo - dice – da allora la mia vita è cambiata. Ma io ho cercato di fare di tutto per restare, se possibile un ragazzo normale. Alla rabbia iniziale, è subentrata una grande serenità, grazie anche alla mia fede. Vado avanti, felice per tutto ciò che ho fatto. Non sono pentito, assolutamente rifarei tutto ugualmente. Eroe? E’ una parola troppo grossa, è meglio non usarla. Più semplicemente, sono un ragazzo, un militare che crede in quello che fa. Andavo a Mogadiscio per una operazione di pace , ho fatto il mio dovere. Adesso penso a chi non c’è più. Da li otto militari e una crocerossina sono tornati in Italia ma nella bara.>> Tratto da "La Repubblica " 21 Dicembre 1993 |
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Nell'inferno di mogadiscio la parata più importante di Gianfranco Sognava un posto nel Napoli ora spera di tornare a camminare. “Eroe? Ho fatto solo il mio dovere” Caserta - <<Che cosa posso dire io ad un giornalista sportivo, ormai non gioca più a pallone>>. E’ amaro il commento di Gianfranco Paglia, sottotenente dei paracadutisti, 23 anni, ex portiere del Capua ferito nel conflitto a fuoco lo scorso 2 lug. a Mogadiscio. Paracadutista e portiere Gianfranco Paglia ha anche un primato singolare, quello di aver vestito le divise di Marina, Aeronautica ed Esercito. Dopo il servizio di leva in Marina, entrò nell’Accademia aeronautica dalla quale per un errore in volo. <<Chiesi di svolgere il servizio militare nei paracadutisti, fui assegnato al 181° Reggimento Siena, poi partii il 29 Maggio. Il futuro per, G. P, per ora è rappresentato da ore ed ore di lavoro con un mago di riabilitazione. La sua forza interiore gli ha concesso di superare – da ottimo sportivo quasi a tempo di record- il primo periodo di riabilitazione in Svizzera, svolto grazie alla collaborazione dello Stato Maggiore dell’Esercito. La forza di volontà l’accompagnerà per superare altri ostacoli che la vita gli riserverà. Gli serviranno e l’aiuteranno sicuramente il tempismo, l’agilità e il colpo d’occhio che un portiere non perde mai. Tratto da "Gazzetta dello Sport " 23 Dicembre 1993 |