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2005

 

LA MISSIONE IN IRAQ

Paglia, il capitano che coordina gli aiuti umanitari

Sicurezza ma anche aiuti umanitari. I bersa­glieri della Brigata Garibaldi in missione in Iraq da dicembre sono impegnati su più fronti: dai soccorsi prestati alle persone bisognose di cure all’impegno profuso per la ristrutturazione dell’ospedale di Nassiri­ya distrutto da un incendio; dalla distribu­zione di generi di prima necessità e mate­riale didattico nelle scuole alla realizzazio­ne di uno stadio. Un impegno encomiabi­le, apprezzato anche dalla popolazione locale. Ma gli aiuti umanitari in Iraq fanno rima anche con il nome di Gianfranco Paglia (nella foto), il 35enne capitano casertano rimasto gravemente ferito in Somalia e medaglia d’oro al valor militare. Fa parte della cellula della cooperaziome militare e civile che si interessa degli aiuti umanitari nella provincia di Dhi-Qar, di cui è capoluogo Nassiriya. Il suo contagio­so entusiasmo, da sempre accompagnato a un carat­tere forte, traspare anche dalla voce. Al telefono rac­conta una serie di aneddoti legati alla sua attività: dai bambini gravemente ustio­nati trasferiti in alcuni ospedali specializzati italia­ni alle dichiarazioni del nonno di un piccolo pa­ziente intenzionato, pur es­sendo musulmano, a pre­gare per la salute del Papa. Paglia è attento a ogni dettaglio. Nulla è lasciato al caso. Gli aiuti alla popolazione locale rappresentano, insieme all’esigen­za di garantire la sicurezza e l’ordine pubblico, l’obiettivo prima­rio della missione. «Il rap­porto con la popolazione è sempre stato buono dice Paglia, in costante contatto con la moglie e la famiglia -anche se il livello di atten­zione resta sempre alto. Le attività nei vari villaggi ven­gono svolte dal nostro per­sonale, anche medico, e dalla Croce Rossa. Un’atti­vità che la popolazione lo­cale apprezza».

Andrea Ferraro per "Il Mattino" 13 marzo

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