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LA MISSIONE IN IRAQ
Paglia, il capitano che coordina gli aiuti umanitari
Sicurezza ma anche aiuti umanitari. I bersaglieri della Brigata Garibaldi in missione in Iraq da dicembre sono impegnati su più fronti: dai soccorsi prestati alle persone bisognose di cure all’impegno profuso per la ristrutturazione dell’ospedale di Nassiriya distrutto da un incendio; dalla distribuzione di generi di prima necessità e materiale didattico nelle scuole alla realizzazione di uno stadio. Un impegno encomiabile, apprezzato anche dalla popolazione locale.
Ma gli aiuti umanitari in Iraq fanno rima anche con il nome di Gianfranco Paglia (nella foto), il 35enne capitano casertano rimasto gravemente ferito in
Somalia e medaglia d’oro al valor militare. Fa parte della cellula della cooperaziome militare e civile che si interessa degli aiuti umanitari nella provincia di Dhi-Qar, di cui è capoluogo Nassiriya. Il suo contagioso entusiasmo, da sempre accompagnato a un carattere forte, traspare anche dalla voce. Al telefono racconta una serie di aneddoti legati alla sua attività: dai bambini gravemente ustionati trasferiti in alcuni ospedali specializzati italiani alle dichiarazioni del nonno di un piccolo paziente intenzionato, pur essendo musulmano, a pregare per la salute del Papa.
Paglia è attento a ogni dettaglio. Nulla è lasciato al caso. Gli aiuti alla popolazione locale rappresentano, insieme all’esigenza di garantire la sicurezza e l’ordine
pubblico, l’obiettivo primario della missione. «Il rapporto con la popolazione è sempre stato buono dice Paglia, in costante contatto con la moglie e la famiglia -anche se il livello di attenzione resta sempre alto. Le attività nei vari villaggi vengono svolte dal nostro personale, anche medico, e dalla Croce Rossa. Un’attività che la popolazione locale apprezza».
Andrea Ferraro per "Il Mattino" 13 marzo
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