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2010 |
"IL SACRARIO DEI GIUSTI" SULL’EREMO DI SAN VITALIANO"Lo Stato deve meritare il sacrificio di un giusto, innanzitutto non dimenticando", ha detto ieri pomeriggio il sottosegretario di Stato alla Difesa, Guido Corsetto, inaugurando all’Eremo di San Vitaliano il "Sacrario della Memoria" per i militari italiani caduti nelle missioni di pace all’estero, mentre la pioggia battente sembrava voler sottolineare le sue parole. L’idea di un luogo simbolico che ricordasse i "giusti" italiani, morti in missioni umanitarie all’estero, venne quattro anni fa ad una bimba, l’allora undicenne Daniela Paglia, sorella dell’eroe e ora parlamentare Gianfranco Paglia, e volle condividerla con l’allora Capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Di Paola, inviandogli una lettera. E quell'idea è diventata realtà a Casola di Caserta, tra le mura dell’Eremo di San Vitaliano, luogo simbolo della memoria e della continuità in un quartiere che nell’ultimo anno ha offerto alle forze militari dello stato ben quaranta dei suoi giovani. Al tavolo dei relatori ieri, insieme all’onorevole Corsetto, anche il parlamentare e capitano Gianfranco Paglia, don Valentino Picazio, rettore dell’Eremo di San Vitaliano, e gli attori del film "Le Ali", dedicato proprio alla vita del capitano Paglia e al suo gesto eroico in Africa. In platea, oltre alle autorità politiche e militari della provincia, anche i familiari degli eroi militari del nostro tempo. "La nostra provincia è salita alla ribalta della cronaca per la presenza dello Stato a tutela della legalità – ha sottolineato l’onorevole Paglia, ma è anche tra le province più prodiga di arruolamenti. Che sia qui il luogo della memoria significa dare il senso di ciò, dove lo Stato si manifesta non soltanto contro l’ingiusto, ma anche per dire ai giusti: grazie, non ti dimenticherò rendendomi degno del tuo sacrificio". Il Mattino 06 Marzo |
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PAGLIA ATTACCA STRADA DOPO LE ACCUSE SUI MILITARICASERTA. Gino Strada, fondatore di Emergency ha affermato, come hanno riportato tutti i media nazionale che Emergency “non vuole avere nessun rapporto, di nessun tipo” con i militari italiani nei paesi dove operano gli ospedali dell’organizzazione umanitaria. Facciamo cose diverse: noi ha detto, siamo lì per salvare vite, loro sono lì per ammazzare. Non c’è mai stato con loro un punto d’incontro e non vedo come potrebbe esserci. Tale gratuita ed offensiva affermazione, che potrebbe avere anche un risvolto penalmente perseguibile, ha fatto andare su tutte le furie l’onorevole Gianfranco Paglia che conosce molto bene le forze armate italiane e cosa fanno sui teatri del mondo dove gli uomini e le donne con le stellette vengono mandati dal nostro Parlamento, sempre nel pieno rispetto dell’articolo 11 della nostra Costituzione. Gentile Direttore ha scritto Paglia – leggo con enorme disgusto e profondo rammarico quanto affermato ieri da Gino Strada: ha dichiarato che Emergency è lì per salvare vite umane mentre i nostri soldati sono lì per ammazzare. Le sue affermazioni sono vergognose, inammissibili e dettate da un fine ben preciso: non avere nessun controllo sul proprio operato. Ci deve spiegare allora come farebbe a riportare la democrazia, la legalità e la libertà in quei paesi dove operano i nostri militari, forse con bende e cerotti? Ci dimostri in quali casi i nostri uomini hanno usato la forza se non per difesa. Nessuno mette in discussione l’operato dei volontari della sua organizzazione ma certamente non si può tacciare di assassinio uomini in divisa che mettono a repentaglio la propria vita molto più dello stesso Strada, senza scendere a nessun tipo di compromesso. Per fortuna l’opinione pubblica la pensa diversamente e apprezza sempre più i nostri soldati, uomini presi d’esempio in tutto il mondo per il loro modo di operare con umanità e professionalità al tempo stesso: sempre grazie ragazzi. On. Gianfranco Paglia. Nunzio De Pinto per la "Gazzetta di Caserta" Venerdì 7 Maggio 2010 |
Lettera al Direttore di "Libero"Dopo quanto letto sull'Espresso sono rimasto nauseato ed indignato che un settimanale così rinomato possa, per vendere qualche copia in più, infangare l'Onore dei Nostri soldati. Mi riferisco ad una fantomatica ritorsione da parte dei soldati italiani avvenuto il 18 maggio, il giorno dopo la morte dei due alpini della Brigata Taurinense, nei pressi di Bala Murghab. Vorrei precisare che Lealtà, Onore e Sacrificio fa parte del DNA del soldato italiano, le ritorsioni non ci appartengono. Noi in Afghanistan ci siamo andati non per combattere una guerra, ma per portare stabilità ed eliminare in "Casa" loro il terrorismo. Bala Murghab è una zona molto delicata dove da mesi l'esercito Afghano supportato da ISAF cerca di eliminare sacche di resistenza talebana per averne il controllo ed è ovvio, ma forse non per tutti, che per fare ciò a volte è necessario l'uso delle armi. Sembrerà scontato ma voglio ribadirlo che, maggiore controllo e sicurezza Noi riusciremo ad avere in Afghanistan, minore sarà il rischio di veder tornare i Nostri soldati in una bara di legno avvolta dal Tricolore. Chi ha un poco di dimestichezza con certa stampa sa bene come viene impostato un articolo che nasce da poche righe di un dispaccio militare, si deve per forza di cose lavorare di fantasia, usare sempre il condizionale e buttare giù il titolone a effetto: troppo facile, molto dannoso. Un' operazione come quella descritta dall'Espresso è organizzata tempo prima e non può essre pianificata in poche ore. Dispiace che ancora oggi, nonostante le Forze Armate Italiane continuino a fare il proprio Dovere all'Estero rappresentando l'Italia e non i governi, ci sia sempre qualcuno che metta in dubbio il loro operato. Peccato che questo qualcuno non si renda condo che spesso una penna,erroneamente usata, crei più danni di un proiettile. On. Gianfranco Paglia 29 Maggio 2010 |
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