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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di amministratore (del 07/10/2010 @ 11:40:25, in Interviste, linkato 1226 volte)
A DOMANDA:

Gianfranco, come molti sono rimasto interdetto dalla scelta dell'On.Fini di creare una formazione "indipendente" dal PdL ed ancora oggi sto cercando di capire cosa ci sia realmente dietro questa decisione. Non credo riuscirò ad ottenere risposte dal altri se non da te che l'hai vissuta e scelta in prima persona. Perchè si sceglie di abbandonare una "famiglia" nella quale si era entrati a far parte solo poco tempo prima? Perchè un cambio di rotta quando, in fondo, di quella famiglia si condividono ancora i programmi , le idee, le ideologia? Solo perché c'è attrito "personale" con Il presidente del Consiglio ? O cosa d'altro, di politico, di reale che molti , come me, non hanno compreso ? Grazie per la tua risposta e per il tuo impegno. Ten. Col. par. Massimo Zaccheroni

RISPONDO:

Alle domande che mi poni darò le risposte che io mi sono dato, dal mio punto di vista e dalle conclusioni che ho potuto trarre dialogando con i colleghi che hanno operato la mia stessa scelta. Bisogna partire da lontano, dalla nascita del PDL , da quando Fini decise di confluire anche con il parere contrario di alcuni aderenti ad AN. Il tutto avvenne rapidamente perché l'improvvisa caduta del governo Prodi portò ad elezioni anticipate. Fu un errore? Vista la svolta avuta ultimamente direi di si,  ma si era convinti che con il tempo si sarebbe creato un grande partito, con sedi sul territorio, con dibattito interno, portando all'interno di esso valori dei quali nessuno voleva e poteva farne a meno. Nel momento in cui sono state chieste queste cose vi è stata la rottura, non ritengo si tratti di problemi personali, sarebbe troppo banale, si tratta di concezione diversa della gestione di un partito. Un onorevole non è un extraterrestre competente in tutto, ad esempio se in Parlamento si deve votare una legge che riguarda la Difesa io certamente conosco tutti i particolari e posso in coscienza votare: ma gli altri hanno il diritto e il dovere di discuterne, perché decidono il destino di milioni di persone. Non posso continuamente chiederti la fiducia per velocizzare l'iter, si svuota così il compito del Parlamento, non ritengo di essere stato chiamato solo per premere un bottone. Molti miei colleghi che hanno deciso di rimanere nel PDL contestavano a Fini il modo in cui aveva gestito AN, io non c'ero e non posso giudicare ma la prima cosa che il nostro presidente ci ha detto  è stata “non bisogna commettere gli stessi errori commessi in AN”: si riferiva proprio a quello. Tutto ciò che è successo poteva essere evitato? Certamente si, ma come al solito capita che tutti i grandi hanno vicino cattivi consiglieri, la storia ce lo insegna.
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Di amministratore (del 26/09/2010 @ 11:42:17, in Interviste, linkato 1719 volte)
Fedele a Fini

Gianfranco Paglia, medaglia d'oro al valor militare per la missione in Somalia, indicato in uscita da Fli, esclude un suo passaggio al Pdl: ''Sono fedele a Fini. Se dovessi cambiare non tornerei nel Pdl, ma tornerei a indossare l'uniforme, che forse e' la cosa migliore che so fare. Tutti i colleghi del Pdl, con cui ho uno splendido rapporto, conoscono questa mia posizione e la rispettano''.

Fonte: adnkronos
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Di amministratore (del 23/09/2010 @ 11:31:07, in Articoli, linkato 1933 volte)
Incontro Paglia, Agnetti, Gaiani e Marrone domani alla Casa della Musica

Soldati in Afghanistan, storie di valori


La medaglia d’oro al valor militare Gianfranco Paglia, ufficiale della Folgore, Pino Agnetti e Gianandrea Gaiani, giornalisti di guerra, e lo scrittore e paracadutista Andrea Marrone, tracceranno il profilo del nuovo modo di percepire il lavoro delle forze armate. L’appuntamento è per domani (24 settembre), alle 17.30, nella Casa della Musica in piazzale San Francesco 1. L'ingresso è libero. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad altri cambiamenti tecnici e culturali delle Forze armate, che hanno impostato nuovi rapporti con stampa e con gli intellettuali in generale. Per questo i paracadutisti dell’AnpdI di Parma e la testata telematica parmense www.congedatifolgore. com , punto di riferimento nazionale dell’ambiente, con il patrocinio della Mondial Express srl di Parma, specialista di trasporti verso paesi "caldi" come l’Afghanistan dove opera regolarmente, hanno invitato quattro testimoni qualificati di questi cambiamenti in un incontro dal titolo "L’uomo soldato e i suoi valori. Le missioni internazionali e la loro percezione nella società". Si parlerà del giornalismo che ne descrive l’azione “sul campo” e di un romanzo dove il protagonista è un giovane paracadutista. Relatori d’eccezione saranno l’onorevole Gianfranco Paglia, due giornalisti di prima linea e l’autore del racconto ambientato in Afganistan ai giorni nostri. Aprirà l’incontro il maggiore Gianfranco Paglia, medaglia d’oro al valor militare, ufficiale dei paracadutisti in servizio, temporaneamente prestato al Parlamento, membro della Commissione difesa della Camera. Parlerà da Ufficiale che ha svolto missioni all’estero, anche recentemente, e da parlamentare che ha ripetutamente visitato i teatri operativi. Continuerà Pino Agnetti, noto giornalista e scrittore che segue le forze armate da anni in tutti i teatri. Nel 1993 era in Somalia come inviato speciale in teatro di guerra, poi in Iraq e Afganistan più volte, in Georgia e nei punti caldi del mondo. Nei suoi libri-reportage ha affrontato con originalità e schiettezza i problemi del nostro impegno internazionale. Sarà poi la volta di Gianandrea Gaiani, giornalista, analista geopolitico, appena rientrato dall’Afganistan. Il suo ultimo servizio su Panorama è di pochi giorni fa, spedito da Bala Murghab. L’in tervento finale sarà di Andrea Marrone, che parlerà del suo romanzo Kaffir. Il libro narra la storia di un paracadutista in Afghanistan. Il lavoro di Marrone rappresenta anche una delle più recenti collaborazioni con l’istituzione militare, di cui ci parlerà.
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Di amministratore (del 21/09/2010 @ 10:58:05, in Articoli, linkato 1222 volte)

Per non dimenticare

di Gianfranco Paglia

1° Caporal Maggiore Matteo Mureddu, Sergente Maggiore Roberto Valente, 1° Caporal Maggiore Massimiliano Randino, 1° Caporal Maggiore Gian Domenico Pistonami, Tenente Antonio Fortunato, 1° Caporal Maggiore Davide Ricchiuto. Ho volutamente scritto i loro nomi in ordine non gerarchico, erano in missione e in quel contesto il grado differanzia i compiti e le responsabilità ma non il destino che accomuna tutti. E’ passato un anno da quel tragico 17 settembre dove i Parà della Folgore durante un servizio di pattugliamento e di scorta, tra le strade di Kabul, due automezzi blindati “LINCE” del 186° Reggimento Paracadutisti Folgore di Siena, subivano un vile attacco condotto con una micidiale e potentissima carica esplosiva nascosta al lato della strada. La tremenda esplosione, provocò la scomparsa dei nostri soldati.


Ai 6 militari è stata conferita una “croce alla memoria”. Loro, come tutti i nostri soldati che compongono l’Esercito Italiano, sono i custodi di tutti quei valori fondamentali che hanno contribuito a rendere grande il nostro Paese nel mondo. Valori come Lealtà, Onore, Fedeltà, Sacrificio. Nonostante ciò, troppo spesso non sono stati capiti e per questo criticati ed ancora oggi c’è qualcuno che si permettere di giudicare il loro operato. Ma loro continuono in silenzio a fare il proprio Dovere sempre con serietà, umilta’, e con quella preparazione straordinaria che li ha sempre contraddistinti, tenendo fede al giuramento reso alla Patria. L’opinione pubblica deve capire che i soldati non rappresentano ne Governi di centro destra ne di centro sinistra, loro rappresentano la Nazione. Non definiteli Eroi essi sono “semplicemente” donne ed uomini che decidono di servire il proprio Paese indossando l’uniforme. I nostri ragazzi quando vengono inviati in Missione in terre martoriate dalla guerra sanno benissimo i rischi che corrono, ma le loro motivazioni restano altissime, perchè coscienti del fatto che il loro operato e la loro presenza possa favorire la rinascita di quel Paese. Dare la possibilità, ad una popolazione che a stento si conosce, di tornare ad avere una vita normale. Ma la qualità più grande, quella che ci rende i migliori , è di riuscire ad ottenere anche se armati il consenso tra la gente, il sorriso di un bambino . La professionalità, la determinazione, l’umanità ed il sorriso dei nostri soldati è apprezzata in tutto il mondo, sono caratteristiche che contraddistinguono solo i migliori. Sparare solo quando è necessario. Sacrificare se stesso per chi non conosci. Questo è il Soldato Italiano. La Folgore in Afghanistan ha pagato un prezzo altissimo, avendo vissuto la scomparsa anche del 1° Caporal Maggiore Alessandro Di Lisio dell’ 8 Reggimento Genio della Folgore e del Maresciallo Lorenzo D’Auria. Oggi però è doveroso ricordare anche e soprattutto chi vive dietro ogni soldato cioè le loro famiglie, che virtualmente giurano Fedeltà alle istituzioni. Il loro compito è tra quelli più ardui, supportare moralmente e fisicamente le loro scelte, le loro difficoltà, i loro sfoghi. Ma essi sono anche i primi a piangere i propri cari quando rientrano in Italia in bare avvolte dal Tricolore.


Essere Italiani vuol dire essere fieri dei NOSTRI SOLDATI e non ricordarsi di LORO solo quando Sacrificano la loro vita. Ricordiamoci di ciò che fanno anche dando loro la possibilità di una vita più che dignitosa: lo meritano.

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