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Articolo per "Il Tempo" di Roma
Di amministratore (del 21/09/2010 @ 10:58:05, in Articoli, linkato 1186 volte)

Per non dimenticare

di Gianfranco Paglia

1° Caporal Maggiore Matteo Mureddu, Sergente Maggiore Roberto Valente, 1° Caporal Maggiore Massimiliano Randino, 1° Caporal Maggiore Gian Domenico Pistonami, Tenente Antonio Fortunato, 1° Caporal Maggiore Davide Ricchiuto. Ho volutamente scritto i loro nomi in ordine non gerarchico, erano in missione e in quel contesto il grado differanzia i compiti e le responsabilità ma non il destino che accomuna tutti. E’ passato un anno da quel tragico 17 settembre dove i Parà della Folgore durante un servizio di pattugliamento e di scorta, tra le strade di Kabul, due automezzi blindati “LINCE” del 186° Reggimento Paracadutisti Folgore di Siena, subivano un vile attacco condotto con una micidiale e potentissima carica esplosiva nascosta al lato della strada. La tremenda esplosione, provocò la scomparsa dei nostri soldati.


Ai 6 militari è stata conferita una “croce alla memoria”. Loro, come tutti i nostri soldati che compongono l’Esercito Italiano, sono i custodi di tutti quei valori fondamentali che hanno contribuito a rendere grande il nostro Paese nel mondo. Valori come Lealtà, Onore, Fedeltà, Sacrificio. Nonostante ciò, troppo spesso non sono stati capiti e per questo criticati ed ancora oggi c’è qualcuno che si permettere di giudicare il loro operato. Ma loro continuono in silenzio a fare il proprio Dovere sempre con serietà, umilta’, e con quella preparazione straordinaria che li ha sempre contraddistinti, tenendo fede al giuramento reso alla Patria. L’opinione pubblica deve capire che i soldati non rappresentano ne Governi di centro destra ne di centro sinistra, loro rappresentano la Nazione. Non definiteli Eroi essi sono “semplicemente” donne ed uomini che decidono di servire il proprio Paese indossando l’uniforme. I nostri ragazzi quando vengono inviati in Missione in terre martoriate dalla guerra sanno benissimo i rischi che corrono, ma le loro motivazioni restano altissime, perchè coscienti del fatto che il loro operato e la loro presenza possa favorire la rinascita di quel Paese. Dare la possibilità, ad una popolazione che a stento si conosce, di tornare ad avere una vita normale. Ma la qualità più grande, quella che ci rende i migliori , è di riuscire ad ottenere anche se armati il consenso tra la gente, il sorriso di un bambino . La professionalità, la determinazione, l’umanità ed il sorriso dei nostri soldati è apprezzata in tutto il mondo, sono caratteristiche che contraddistinguono solo i migliori. Sparare solo quando è necessario. Sacrificare se stesso per chi non conosci. Questo è il Soldato Italiano. La Folgore in Afghanistan ha pagato un prezzo altissimo, avendo vissuto la scomparsa anche del 1° Caporal Maggiore Alessandro Di Lisio dell’ 8 Reggimento Genio della Folgore e del Maresciallo Lorenzo D’Auria. Oggi però è doveroso ricordare anche e soprattutto chi vive dietro ogni soldato cioè le loro famiglie, che virtualmente giurano Fedeltà alle istituzioni. Il loro compito è tra quelli più ardui, supportare moralmente e fisicamente le loro scelte, le loro difficoltà, i loro sfoghi. Ma essi sono anche i primi a piangere i propri cari quando rientrano in Italia in bare avvolte dal Tricolore.


Essere Italiani vuol dire essere fieri dei NOSTRI SOLDATI e non ricordarsi di LORO solo quando Sacrificano la loro vita. Ricordiamoci di ciò che fanno anche dando loro la possibilità di una vita più che dignitosa: lo meritano.