Per non dimenticare
di Gianfranco Paglia
1°  Caporal Maggiore Matteo Mureddu, Sergente Maggiore Roberto Valente, 1°  Caporal Maggiore Massimiliano Randino, 1° Caporal Maggiore Gian Domenico  Pistonami, Tenente Antonio Fortunato, 1° Caporal Maggiore Davide  Ricchiuto. Ho volutamente scritto i loro nomi in ordine non gerarchico,  erano in missione e in quel contesto il grado differanzia i compiti e le  responsabilità ma non il destino che accomuna tutti. E’ passato un anno  da quel tragico 17 settembre dove i Parà della Folgore durante un  servizio di pattugliamento e di scorta, tra le strade di Kabul, due  automezzi blindati “LINCE” del 186° Reggimento Paracadutisti Folgore di  Siena, subivano un vile attacco condotto con una micidiale e  potentissima carica esplosiva nascosta al lato della strada. La tremenda  esplosione, provocò la scomparsa dei nostri soldati.
 Ai 6 militari è stata conferita una “croce alla memoria”. Loro, come  tutti i nostri soldati che compongono l’Esercito Italiano, sono i  custodi di tutti quei valori fondamentali che hanno contribuito a  rendere grande il nostro Paese nel mondo. Valori come Lealtà, Onore,  Fedeltà, Sacrificio. Nonostante ciò, troppo spesso non sono stati capiti  e per questo criticati ed ancora oggi c’è qualcuno che si permettere di  giudicare il loro operato. Ma loro continuono in silenzio a fare il  proprio Dovere sempre con serietà, umilta’, e con quella preparazione  straordinaria che li ha sempre contraddistinti, tenendo fede al  giuramento reso alla Patria. L’opinione pubblica deve capire che i  soldati non rappresentano ne Governi di centro destra ne di centro  sinistra, loro rappresentano la Nazione. Non definiteli Eroi essi sono  “semplicemente” donne ed uomini che decidono di servire il proprio Paese  indossando l’uniforme. I nostri ragazzi quando vengono inviati in  Missione in terre martoriate dalla guerra sanno benissimo i rischi che  corrono, ma le loro motivazioni restano altissime, perchè coscienti del  fatto che il loro operato e la loro presenza possa favorire la rinascita  di quel Paese. Dare la possibilità, ad una popolazione che a stento si  conosce, di tornare ad avere una vita normale. Ma la qualità più grande,  quella che ci rende i migliori , è di riuscire ad ottenere anche se  armati il consenso tra la gente, il sorriso di un bambino . La  professionalità, la determinazione, l’umanità ed il sorriso dei nostri  soldati è apprezzata in tutto il mondo, sono caratteristiche che  contraddistinguono solo i migliori. Sparare solo quando è necessario.  Sacrificare se stesso per chi non conosci. Questo è il Soldato Italiano.  La Folgore in Afghanistan ha pagato un prezzo altissimo, avendo vissuto  la scomparsa anche del 1° Caporal Maggiore Alessandro Di Lisio dell’ 8  Reggimento Genio della Folgore e del Maresciallo Lorenzo D’Auria. Oggi  però è doveroso ricordare anche e soprattutto chi vive dietro ogni  soldato cioè le loro famiglie, che virtualmente giurano Fedeltà alle  istituzioni. Il loro compito è tra quelli più ardui, supportare  moralmente e fisicamente le loro scelte, le loro difficoltà, i loro  sfoghi. Ma essi sono anche i primi a piangere i propri cari quando  rientrano in Italia in bare avvolte dal Tricolore.
 Essere Italiani vuol dire essere fieri dei NOSTRI SOLDATI e non  ricordarsi di LORO solo quando Sacrificano la loro vita. Ricordiamoci di  ciò che fanno anche dando loro la possibilità di una vita più che  dignitosa: lo meritano.