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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
L'on. Gianfranco Paglia scrive al Sindaco Del Gaudio perchè intitoli la sala consiliare a Luigi Falco

Caro Sindaco,
Il 20 febbraio l'Amministrazione Comunale da te presieduta ha indetto un Consiglio Comunale per commemorare la figura di Gigi Falco. Come sempre, quando si parla di persone che non ci sono più diventa facile scadere nella retorica e nella revisione, a posteriori, del suo operato. Non vorrei fare un torto a colui che è stato Sindaco per due legislature della città di Caserta facendone il panegirico. Penso che l'operato di Falco sindaco vada consegnato alla storia di questa città e che vada analizzato, pertanto, con le giuste analisi e le corrette valutazioni.
L'uomo Falco, però, era di sicuro una persona di grande spessore umano, politico e culturale e come tale va ricordato. Va ricordata, innanzitutto, la sua figura di medico, di grande professionista che, con amore, si occupava degli esseri umani più indifesi e fragili. Gigi adorava i bambini e non ha mai tralasciato ogni minimo particolare per salvare una vita di un suo giovanissimo paziente, di un bimbo affidato alle sue cure. Onestamente, nella mia visione della vita, ho sempre pensato che chi si occupa con amore della vita dei bimbi sia un uomo che merita rispetto ed il pediatra Luigi Falco questo rispetto lo ha meritato sul campo.
Per tornare al Falco sindaco una cosa non è possibile mettere in discussione: l'amore che Gigi aveva per Caserta. Ripeto sulla sua metodologia, sulla efficacia del suo lavoro io non voglio e non posso entrare. Ho letto tanti giudizi sulla sua figura di Sindaco, osannanti a volte e totalmente avversi in altri. Vorrei che le persone parlassero solo dopo aver consultato attentamente gli atti. Non amo questo vizio che, purtroppo, ci appartiene di giudicare senza sapere. Di certo nessuno potrá dire che Luigi Falco non abbia amato, con tutta la grande passione di cui era capace, la città che lo aveva adottato.
Il caso ha voluto che fosse candidato a Sindaco di Caserta nelle ultime elezioni amministrative proprio per la coalizione in cui c'era il mio partito. Sarei ipocrita e bugiardo se dicessi che il rapporto fra me e lui è stato facile e, questa ipocrisia, Gigi non la merita. Era un uomo forte e molto ostinato nelle sue convinzioni, per questo non sono mancate le frizioni fra noi, ma questo fa parte delle dinamiche della vita. Quando hai di fronte una persona con un carattere forte ci sono i momenti dello scontro e quelli della concordia. Di una cosa sono certo: la passione che egli metteva nella sua attività politica era straordinaria. Gigi era capace di un eccesso accusatorio e, allo stesso tempo, era capace di chieder scusa a chiunque allorché si accorgeva di avere sbagliato e, questo, appartiene agli uomini veri.
L'Aula Consiliare in cui si tengono le Assemblee del massimo organo di governo della città di Caserta, nelle forma in cui esiste adesso, è stata voluta proprio dal Sindaco Luigi Falco. A tutti chiedo il rispetto che si deve ad un uomo che ha finito la sua avventura terrena per cominciare quella di fronte al Creatore. A te Sindaco chiedo che ti faccia promotore dell'intitolazione di quell'aula a nome di Luigi Falco, già sindaco della città di Caserta.

Gianfranco Paglia

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Presentazione candidatura Alessio Golia con l'On. Gianfranco Paglia e Giuseppe Lucariello


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Politiche - Gianfranco Paglia (Fli): Mi candido per servire la patria, anche senza divisa

«Voglio solo continuare a servire il mio Paese, anche in giacca e cravatta». Gianfranco Paglia, casertano, maggiore dell’esercito, parlamentare uscente che in questi giorni tenta la riconferma nelle fila di Fli, ha 43 anni e più di una storia da raccontare. E’ uno dei pochissimi militari cui sia stata riconosciuta la medaglia d’oro al valor militare dopo la battaglia del Pastificio a Mogadiscio – vent’anni fa, era il 2 luglio 1993 – quando per evitare l’ecatombe dei suoi commilitoni sorpresi in un’imboscata da parte dei guerriglieri somali venne colpito più e più volte dal fuoco dei cecchini. Da quel momento, Paglia, ha smesso di camminare ma non di combattere per le sue idee.

E proprio in questo momento di profonda crisi e disorientamento, Gianfranco Paglia spiega: «E’ molto difficile parlare di politica alla gente, oggi. Però posso dire di essere, sotto questo punto di vista, un privilegiato: la mia storia, infatti, è diversa da chi fa politica da anni». Una diversità che Paglia rivendica nel modo di porsi nei confronti dei cittadini: «La gente è diffidente verso la politica, non verso le persone. Io prediligo questo tipo di rapporto. Bisogna essere e rimanere prima ed innanzitutto persone. Ritengo che bisogna rimanere sempre in contatto con i cittadini e sempre, non solo alla vigilia delle elezioni, esporre le proprie idee in maniera seria e leale, senza cercare scorciatoie oppure dandosi ad illudere le persone ubriacandole di promesse. La gente, a queste promesse, non crede più».

Quelle stesse ‘promesse’ che fanno parte di quel modo ‘impresentabile’ di fare politica: «Credo che non si debba mai generalizzare. Io penso – afferma Gianfranco Paglia – che si può parlare all’infinito però se qualcuno, per quanto ritenuto ‘impresentabile’, riesce ad ottenere tanti voti vuole dire che in fondo è ‘presentabile’. Perciò ritengo che sono i cittadini a dover fare questa scelta, facendo valere l’arma del voto. C’è la possibilità di scegliere i propri rappresentanti, di farsi un’idea e decidere chi mandare al Parlamento: di sicuro è meglio questo che limitarsi alla sola protesta o all’antipolitica».

Sul perché abbia deciso di ripresentarsi agli elettori, Paglia dice: «Per cinque anni da parlamentare ho sostenuto molte battaglie. Non solo per il mondo delle forze armate: dall’ambiente alla cultura, passando per salute e trasporti non mi sono tirato indietro. Alcune le ho vinte, altre le ho perse. Perché la politica la intendo così: mettersi a disposizione dei cittadini, lottare per difendere e sostenere le loro ragioni. Ed io mi ricandido perché voglio servire il mio Paese e non solo con l’uniforme, ma anche in giacca e cravatta». E a chi dice che amor di Patria è concetto obsoleto, quasi passato di moda nel gran calderone della post-modernità, Paglia risponde secco: «Un Paese senza valori è un Paese che non ha futuro né la speranza di averlo. Oggi più che mai c’è bisogno di ritrovare uno spirito di unità contro le spinte che vogliono la divisione».

A cura di Giovanni Vasso
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L'on. Paglia interviene sulla denominazione dell'Università di Caserta

L'on. Gianfranco Paglia, candidato alla Camera per la circoscrizione Campania 2, interviene nuovamente sul cambio di denominazione dell’Ateneo Casertano dopo le recenti posizioni espresse su alcuni giornali on line. “Io credo che la cosa fondamentale sia quella di ottenere il risultato voluto. – Ha affermato il parlamentare di Futuro e Libertà – Troppo spesso, infatti, ci si limita a mere dichiarazioni propagandistiche che, alla fin, non sortiscono effetti. Concordo pienamente sulle affermazioni dell’architetto Raffaele Cutillo e riprese dall’articolo di Pasquale Sarnelli; Caserta ha bisogno di svincolare la propria Università dall’ateneo napoletano. Questo è un problema che dura da troppo tempo e che, fino ad ora, non ha visto risultati concreti. Personalmente, su sollecitazione del Coasca, il forum delle associazioni casertane, ho riportato l’istanza in Parlamento tramite una proposta di legge ed un richiesta per un incontro al Ministro della Pubblica Istruzione, conoscendo le lungaggini del l'iter procedurale. Purtroppo la fine anticipata della legislatura mi ha impedito di ottenere il risultato voluto. Nonostante questo sono in contatto continuo con il Ministero affinché questo annoso problema non venga dimenticato”.

Nel ribadire il suo impegno costante per la risoluzione del problema l’on.Paglia ha concluso con un appello a tutte le forze politiche ed alle associazioni affinché si riesca a risolvere definitivamente l’annosa questione. “Fra due settimane la campagna elettorale sarà conclusa ed allora non ci saranno più scusanti. Penso che i parlamentari casertani debbano, necessariamente, riprendere questa istanza per portarla a buon fine e sconfiggere le logiche baronali che hanno impedito all’Università casertana di avere una sua propria autonomia cominciando dal suo nome. Se gli elettori del collegio vorranno sono pronto a riprendere immediatamente questa vertenza per portarla a buon fine nel più breve tempo possibile”.

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