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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di amministratore (del 05/03/2015 @ 17:11:35, in Incontro, linkato 856 volte)
" Le Forze Armate nelle operazioni di pace "
"Le Forze Armate nelle Operazioni di Pace" questo il tema della Conferenza  svolta questa mattina presso l' Highlands Institute di Roma.

"Le Forze Armate nelle Operazioni di Pace" questo il tema della Conferenza svolta questa mattina presso l' Highlands Institute di Roma. Relatori il Ten. Col. Gianfranco Paglia, Il capitano Carla Brocolini.  Di fronte ad una platea attenta è stato trattato il delicato tema delle missioni di pace e di quanto il nostro esercito sia preparato per affrontare le più svariate minacce. " L'Esercito Italiano - ha spiegato il Ten. Col. Gianfranco Paglia,consigliere del ministro della Difesa, è composto da un numero di soldati sufficienti per poter lavorare sia sul territorio nazionale che internazionale, è ben addestrato e pronto a salvarci da eventuali attacchi." Nel sottolineare ancora una volta qual è la vera attitudine dei militari italiani ha dichiarato: il soldato italiano non fa la guerra, ma è un portatore di pace e continueranno ad esserlo anche di fronte a minacce terroristiche che non avvengono da altri eserciti ma da persone che sono capaci di farsi saltare in aria. I ragazzi che tornano dalle missioni in una bara avvolti dal Tricolori sono i veri eroi e a loro va il nostro ringraziamento. A noi, invece, il sacrosanto dovere di
 ricordarli sempre. Questi incontri, resi possibili grazie ad un protocollo d'intesa siglato con il Miur e la Difesa, servono proprio a fare chiarezza su quella che è la figura del soldato italiano e in che cosa si differenzia dagli altri.
Un' altra differenza l'ha evidenziata il cap. Carla Brocolini: " In Italia le donne all'interno delle Forze Armate sono paritetiche all'uomo ed hanno la stessa opportunità per raggiungere gli obiettivi, cosa che negli altri Paesi non accade."
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Di amministratore (del 24/02/2015 @ 11:27:57, in intervista, linkato 912 volte)
" Il terrorismo islamico piu' forte dopo i nostri errori in Somalia "
Il tenente colonnello Paglia, ufficiale medaglia d'oro al valore, spiega: "Nel '93 l'Occidente decise di ritirarsi ma i terroristi non erano stati ancora sconfitti".
Il tenente colonnello Paglia, ufficiale medaglia d'oro al valore, spiega: "Nel '93 l'Occidente decise di ritirarsi ma i terroristi non erano stati ancora sconfitti".«Oggi ci siamo abituati a vedere i ragazzini dello Stato Islamico che sparano in testa ai prigionieri, ma i bambini somali dei miei tempi non erano meno pericolosi.Molti di loro venivano addestrati a lanciare una bomba a mano nei nostri blindati o nei

nostri automezzi. La differenza è molto semplice.A quei tempi i terroristi non filmavano quelle operazioni perché non conoscevano il valore della propaganda. Inoltre non esisteva un canale come internet capace di portare quelle immagini, così forti, nelle case somale o in quelle occidentali. Chi guardava la televisione s'immaginava una missione senza problemi. Una missione dove i nostri soldati distribuivano aiuti e poi tornavano in base. Insomma quel che succedeva veramente sul terreno lo sapevamo soltanto noi soldati e il nostro nemico. Chi stava a casa dormiva tranquillo e non s'immaginava nulla». Il tenente colonnello Gianfranco Paglia la Somalia di 22 anni fa non può certo dimenticarla. Il 2 luglio 1993 il tenente Paglia è un giovane ufficiale 22 enne incaricato di comandare un gruppo di blindati del 183mo battaglione paracadutisti Nembo intrappolati nell'inferno della battaglia del Pastificio. Mentre un altro mezzo viene colpito dai lancia razzi dei ribelli fedeli al generale Aidid Paglia si sporge dalla torretta, cerca d'indirizzare il fuoco contro il nemico. Fino a quando un proiettile non lo colpisce alla spina dorsale. Da allora si muove solo su una sedia a rotelle. Da allora è l'unico soldato italiano vivente a poter sfoggiare una medaglia d'oro al valor militare. Ma da allora non ha mai dimenticato i rischi e le crudeltà della guerra. Forse per questo la prospettiva di una missione in Libia, il rischio di un faccia a faccia con quei terroristi dello Stato Islamico che decapitano e bruciano vivi i prigionieri non lo impressiona più di tanto. «In Libia non andremmo certo per combattere, ma in ogni missione non sai mai cosa succederà. Anche la Somalia era, in teoria, una missione di assistenza alla popolazione civile. Poi è finita com'è finita. Comunque fronteggiare i terroristi dello Stato Islamico non è molto diverso dal fronteggiare gli uomini di Aidid, i qaidisti iracheni o i talebani afghani. La differenza la fa solo la propaganda. Vedere un uomo decapitato con un coltello o bruciato vivo in una gabbia fa rabbrividire, ma non è purtroppo diverso da quel che può succedere ad un militare in missione. Qualsiasi soldato sa che all'interno di un blindato colpito da alcuni tipi di trappole esplosive o dai missili anticarro si muore bruciati vivi. Detto questo la situazione dei ragazzi che potrebbero partire per la Libia oggi è molto diversa dalla nostra di 22 anni fa. Oggi gran parte dei militari italiani possono contare sull'esperienza di numerose missioni in Afghanistan, Iraq o Libano. Noi quell'esperienza non ce la sognavamo neanche. Oggi a differenza di allora, partono con equipaggiamenti, mezzi e attrezzature di prim'ordine. Com'ha dimostrato il teatro afghano i nostri blindati Lince sono in grado di resistere ad ordigni anche molto potenti. Sapere di poter sopravvivere ad esplosioni del genere non è cosa da poco. Per non parlare del giubbotto anti proiettile. Oggi è una dotazione banale a quei tempi neppure esisteva. L'avessi avuto io oggi non mi troverei su questa carrozzella». Ma Gianfranco Paglia ci tiene anche a ricordare che la sfortunata missione somala è stata la genesi di tutte le disgrazie successive. «Tra le fila di Aidid sono cresciuti molti terroristi che continuano a combattere nelle fila dello jihadismo internazionale. Quella volta noi occidentali abbiamo commesso l'errore di mettere fine ad una missione senza averla portata a termine. E continuiamo a pagarne il prezzo. Quella decisione ha contribuito a diffondere l'idea che l'America, l'Onu e l'Occidente possono venir sconfitti e messi in fuga. Per questo oggi lo Stato Islamico tenta di terrorizzarci con le sue atrocità».

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Di amministratore (del 13/12/2014 @ 18:52:34, in Incontro, linkato 979 volte)
" Al Ten. Col. Gianfranco Paglia il premio Internazionale Bonifacio VIII "
Il tenente colonnello Gianfranco Paglia ha ricevuto ad Anagni, presso l' Accademia bonificiana, il prestigioso  premio internazionale Bonifacio VIII, come portatore di pace. Nella  motivazione del premio, a parte le qualità morali ed etiche che gli  vengono riconosciute, l' Accademia ha voluto ricordare '' l' eroico  comportamento'' che è valso a Paglia la medaglia d' oro al valor  militare nella battaglia del Checkpoint Pasta del 2 luglio 1993. Il  parà casertano, ricorda una nota, è entrato così in un elenco che ha  predecessori di grande spessore a livello internazionale, da S.  Giovanni Paolo II al premio Nobel Rita Levi Montalcini, ai presidenti  della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, Carlo Azeglio Ciampi, al  cardinale Camillo Ruini, al premier ucraino Yulia Tymonshenko, solo  per citarne alcuni.         ''È un grande privilegio ricevere questo premio soprattutto per chi  come me e come tanti altri non ha fatto null' altro che tenere fede al  giuramento prestato alla Nazione - ha dichiarato Gianfranco Paglia -  Nel ricevere questa onorificenza vorrei condividerla con chi,  impegnato nelle missioni di pace, ha perso la vita e con chi ogni  giorno, con sacrificio ed onore, difende l' immagine della nostra  Italia''.         '' I primi portatori di pace sono proprio i militari caduti durante  queste missioni perché hanno spinto fino all' estremo sacrificio la  volontà di adempiere ad un dovere, quello di mantenere la pace ad ogni costo. Ed è proprio questo sacrificio - ha sottolineato - che ha  permesso alla società civile di capire realmente cosa facciamo noi  militari quando siamo impegnati nelle missioni internazionali e credo  che questi esempi possano indicare quelle qualità etiche e morali che  servono per costruire un futuro migliore''.



 
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Di amministratore (del 11/12/2014 @ 12:05:55, in Incontro Evento, linkato 915 volte)
" Le lezioni sulle Missioni di Pace fanno tappa a Roma "
Continuano le lezioni sulle Missioni di pace e su come si differenzia il soldato italiano, oggi 11 dicembre alle ore 9.30 se ne parlerà all ' Istituto Istruzione Superiore (I.I.S) “Via delle Sette Chiese”, in Via delle Sette Chiese 259 ROMA. Racconteranno le loro esperienze il Ten. Col. Gianfranco Paglia, Medaglia d'Oro al Valor Militare, rimasto gravemente ferito nella battaglia del Checkpoint Pasta (Mogadiscio  luglio 1993) e il cap. Carla Brocolini prima pilota ad ala fissa dell'esercito italiano. 
"È necessario - puntualizza il Ten. Col. Paglia - rimarcare l'importanza delle missioni di pace all'estero partendo proprio dalle scuole per dare un reale senso dei valori civici e di identità nazionale soprattutto in momenti difficili come questo. È importante far comprendere a cosa servono le missioni, i pericoli che i nostri soldati si trovano ad affrontare e soprattutto gli effetti che ne scaturiscono. Mantenere la pace e combattere il terrorismo non è uno slogan, ma un' effettiva esigenza che si ha nei confronti di chi è animato da sentimenti terroristici e dittatoriali."

 
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