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Intervista a Tiscali.it
Di amministratore (del 18/09/2010 @ 22:25:19, in Interviste, linkato 1368 volte)

Il finiano Gianfranco Paglia: "La legislatura e nelle mani di Silvio Berlusconi"

di Paolo Salvatore Orrù

“Spero che Silvio Berlusconi accetti gli inviti che gli ha rivolto Gianfranco Fini: il nostro Paese ha bisogno di continuità non di tornare al voto”. Per Gianfranco Paglia, deputato di Futuro e Libertà, ex capitano dei parà della Folgore, medaglia d’oro al valor militare, il dopo Mirabello è già cominciato. E sebbene l'eco delle parole dell'ex segretario di An non si sia ancora sopito, il dialogo, seppur teso, per tentare di salvare la legislatura è tenuto vivo dai soliti pontieri. “Se Berlusconi – commenta l’ex capitano della Folgore - ha il senso dello Stato, ed è lo statista che ha sempre ritenuto di essere”, il lavoro di ricucitura dei rapporti fra le due componenti di destra “potrebbe non essere impossibile”. Anche se Umberto Bossi, l’unico vero alleato del “partito del predellino” (Fini dixit), ogni giorno soffia sul fuoco delle divergenze, con l’intento di non tirarla troppo per le lunghe e di tornare alle urne a novembre. “Che per il premier non sia un momento facile lo dimostra il ritiro delle proposte di legge sulle intercettazioni telefoniche e il processo breve”, conferma Paglia.

On. Paglia, Fini a Mirabello ha lanciato il sasso che scotta al presidente del Consiglio. E ora?
“Finché si tratterà di portare avanti il programma concordato nell’ultima campagna elettorale il nostro sostegno al Governo non mancherà. Se invece il premier ha in mente altre cose dovrà, indubbiamente, concordarle con noi”.

Col niet al processo breve, Fare Futuro ha fatto un altro sgarbo al Cavaliere?
“Il processo breve? Non si può dare la sensazione alla gente che la maggioranza sia pronta ad approvare norme che possano servire per eliminare i processi che interessano il premier. Gli italiani non devono avere alcun dubbio sulla lealtà del governo. Si può, invece, pensare ad una legge che offre uno scudo temporaneo alle più alte cariche dello Stato durante il mandato. La magistratura starà così tranquilla e serena e potrà fare i processi a fine corsa. Fare Futuro, insomma, è contraria alle leggi ad personam”.

Ci sono pontieri all’opera per ricucire almeno alcune parti dello strappo di Mirabello?
“Adesso la decisione spetterà a lui … Fini, i ministri, i sottosegretari di Fare Futuro, che ancora fanno parte dell’attuale governo, hanno sempre dimostrato grande lealtà e senso delle istituzioni. Berlusconi adesso li vorrebbe, pare, fuori dal governo. E questo non mi sembra equo né dal punto di vista politico né dal punto di vista umano. Se insiste nel suo intento vorrà dire che non vuole andare avanti e che non vuol più pensare a ciò che in questo momento è la cosa più importante, cioè di governare il Paese”.

Potrebbe sempre ritentare una nuova campagna acquisti. Chi potrebbe cambiare maglia?
“Non mi sembra che il Cavaliere sia riuscito a comprare qualcuno: nessuno di noi si è rimangiato ciò che ha detto e ciò che ha fatto. Il Cavaliere ha la squadra che si merita”.

Riforma elettorale, il sistema dei due listoni bloccati non le sembra troppo poco democratico?
“Il sistema elettorale prima della bagarre non piaceva a nessuno, nemmeno agli uomini di Umberto Bossi. Ora chi sta al governo sembra apprezzarla. Ci sono molte incongruenze, anche perché lo stesso Fini che ha appoggiato la precedente riforma elettorale ha detto di aver sbagliato. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: nel Parlamento ci sono personaggi che in altri tempi tutto avrebbero potuto fare, tranne il deputato o il senatore. Mi sembra giusto, quindi, cambiare, per far scegliere i parlamentari dagli elettori”.

Per la riforma elettorale non basta una legge ordinaria. Siete disponibili ad alleanze trasversali?
“Penso che la legge elettorale debba essere il frutto di un voto bipartisan. Spero che in questo si possa trovare un punto di intesa anche con il Pdl e la Lega Nord. Comunque ritengo che prima di scatenare tutto questo bailamme sia necessario mettere mano ai problemi economici che stringono in una morsa senza precedenti l’economia italiana”.