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Dieci giorni a Mogadiscio
 
 

Giovedì 8/7/1993

Ore 7.00 Mi sveglio molto presto, faccio la doccia fredda come al solito: in Italia non avrei mai fatto questo per paura di raffreddarmi ma qui tutto va bene,è la mano di Dio! Vengono Sgueo e Mandolini a prenderci,colazione al comando e poi si va da GF. Oggi nel blindo con noi c'è anche un bimbo somalo che deve essere visitato all'ospedale svedese perché ha un occhio malconcio. Visitiamo GF,oggi una dottoressa dopo averlo visitato e assistito gli ha anche fatto la barba. Rientriamo al comando,pranziamo e attendiamo di ritornare da GF. Una considerazione su quello che mangiamo:la varietà di alimenti non è vasta ma i cuochi sono veramente bravi perché riescono a fare le stesse cose in tanti e tali modi che non sembra di mangiare sempre gli stessi cibi.

Ore 15.30 Tornati all'USA aspettiamo fuori perché stanno facendo delle operazioni a GF per le quali è opportuno attendere che vengano ultimate. Mentre aspettiamo giunge un OM italiano con sopra un somalo ferito,è stato colpito da un militare italiano; quest'ultimo continua a dire che gli è partito un colpo nonostante lui avesse la sicura all'arma,nessuno dei suoi commilitoni crede alla sua versione. Il medico addetto alla ricezione rifiuta il ricovero del somalo perché teme pericolo di infezioni e quindi il ferito,che intanto perde molto sangue,viene portato ad un altro ospedale. Dopo essere stati da GF rientriamo al comando, solita telefonata e poi cena con i soliti. Mentre siamo in fila per la cena Emilio dice di sentire nell'aria odore di pizza ma noi non l'avvertiamo;un maresciallo ci chiama dicendo che siamo attesi al telefono. E' una scusa,ci porta all'interno delle cucine dove effettivamente i suoi amici avevano fatto delle pizze che ci vengono offerte. Non ci tratteniamo molto perché gli altri ci attendono per cenare;rientriamo in fila senza dire niente,sembrerebbe brutto. Dopo cena solita bevuta in cameretta e poi in albergo,domani ci aspetta una giornata movimentata.

 

 

Venerdì 9/7/1993

Ore 8.00 Stamattina piove un po' più del solito; ma dall'albergo ci procurano una mantella impermeabile così quando viene la solita scorta a prenderci riusciamo a non bagnarci troppo. Purtroppo le mie scarpe non sono adatte all'acqua e quindi sono fracide; il Col. Tarantini incarica il maresciallo Russo di procurarmi un paio di scarpe. Con tutta la buona volontà il mar. riesce solo a trovarne un paio 44 da ginnastica. Mi vanno ovviamente larghe ma mettendo dei tovagliolini di carta alle punte possono andare. E' giunto da Balad un amico di GF che viene insieme a noi all'ospedale U.S.A. Oggi non possiamo trattenerci molto perché dobbiamo fare presto rientro al comando,servono tutti i mezzi disponibili dato che è stato deciso di riprendere "Pasta". Come al solito GF migliora ed ha più volte ripetuto che ha fame;gli fa molto piacere la visita del suo compagno con il quale parla a lungo degli scontri che li hanno visti protagonisti il 2 luglio.

Ore 12.00 Avvisiamo GF che nel pomeriggio non andremo a trovarlo per il motivo già citato;facciamo rientro al comando ,pranziamo e poi ci fermiamo sotto il "gazebo"in attesa che tutti siano pronti per iniziare l'operazione "pasta". Il gazebo è una struttura tutta in legno molto bella e tutta costruita,insieme a tante altre cose,da un capitano che ironicamente viene da tutti chiamato"Biancaneve" per via della sua carnagione molto scura. Stamattina che siamo andati con gli scoperti abbiamo chiesto a Sgueo se c'era la possibilità di fermarci al PX americano;così è stato e lì abbiamo acquistato un po' di bottiglie da regalare ai ragazzi e due magliette americane Restare Hope (considerate fighissime). Parte del vino acquistato lo abbiamo bevuto a cena.

Ore 14.45 Parte il convoglio per riprendere "pasta",con loro ci sono anche i medici e le ambulanze. Restiamo in pochi ,tutti riuniti intorno ad un maggiore che segue le operazioni via radio. Il gen. Loi chiede che venga portata sul luogo dove si sono recati la jeep equipaggiata con i megafoni,perché quelli che hanno non funzionano; alcuni militari si staccano dal convoglio per eseguire gli ordini del generale. All'improvviso sentiamo un bel po' di colpi molto vicini a noi,infatti dopo pochi secondi ascoltiamo sempre via radio la comunicazione di un agguato nei pressi del tribunale(circa 500 metri da noi);da un pulman carico di somali hanno fatto fuoco ferendo un carabiniere ad un braccio. I nostri rispondono copiosamente al fuoco; qui al comando c'è allerta,tutti si sono "vestiti". Il maggiore che è momentaneamente responsabile del comando,dà disposizioni di raddoppiare le sentinelle. Si alzano gli elicotteri,ne vediamo anche di americani:non si sentono più spari.

Il carabiniere ferito è stato soccorso e trasportato all'ospedale USA mentre la jeep che è stata attaccata rientra al comando. Il caporale che ha personalmente soccorso il ferito è bianco in volto ma nel momento decisivo ha avuto la calma di fermare l'emorragia con un laccio;racconta come si sono svolti i fatti al suo capitano dal quale riceve i complimenti per come si è comportato. Passano circa 2 ore,i mezzi fanno tutti rientro al comando:hanno ripreso"pasta"! I nostri amici ci spiegano come è andata la missione.

Ore 19.30 E' ora di cena; Emilio questa sera ha più fame del solito e,terminato il regolare pasto ,decide di saggiare un risotto che lo incuriosiva molto. Andiamo in cameretta a festeggiare il mio compleanno: Sgueo è capace di cacciare da sotto il letto anche una bottiglia di spumante,è inaudito quello che riesce a reperire il nostro amico. Torniamo in albergo, prima di addormentarmi penso un po’ a ciò che è accaduto oggi: difficilmente dimenticherò questo mio compleanno.

Sabato 10/7/1993

Ore 8.00 Oggi per la prima volta andremo all'ospedale con mezzi scoperti scortati però da Sgueo e Mandolini;ora vediamo effettivamente la strada che percorriamo da diversi giorni :un vero cesso! Baracche,palazzotti diroccati,brandelli di monumenti e poi quel putrido e maleodorante mercato(mercato si fa per dire). Per evitare di passare con gli "scoperti"da Km 4, posto famoso per gli attentati,prendiamo una strada alternativa che costeggia l'ambasciata USA. Un attimo di tensione la viviamo quando vediamo delle barricate di pietra che ostruiscono i lati della strada;le superiamo passando di fianco sullo sterrato aumentando al massimo la velocità.

 
 

 

Ore 10.00 Siamo in ospedale,GF ha un po' di febbre ma è normale. Rusty,una soldatessa assistente dello psicologo,è diventata la personale infermiera di GF perché la troviamo sempre lì vicino. E' lei a dirci che è stato fatto un test a GF,ovvero con una stimolazione sotto la pianta dei piedi si è manifestata una contrazione dei muscoli delle gambe. Che affermazione piacevole e rincuorante. Chiediamo conferma della cosa al dott. Vallance il quale ci spiega che quel tipo di reazione è solo un movimento indotto e non sicuramente controllato. Gli hanno tolto anche uno dei supporti per la ventilazione assistita. Vallance conferma che complessivamente la situazione migliora. Con tutti gli addetti all'ICU c'è cordialità e simpatia. GF ha ripetutamente detto:<<Oggi mi sento proprio bene!>>Ritorniamo all'Ambasciata per il pranzo. Rapporto a Tarantini,telefonata e pranzo. Ritorniamo nel pomeriggio all'USA. GF dorme. Appena sente le nostre voci si sveglia ed inizia la nostra conversazione. Passano in fretta la 2-3 ore che abbiamo a disposizione. Facciamo ritorno al comando,dopo la telefonata andiamo a cena con i ragazzi.

Domenica 11/7/1993

Siamo da poco arrivati in ospedale ed incontriamo il dott. Vallance che durante la solita chiacchierata ci dice che GF ha fatto tanti e tali progressi che ritiene sia trasportabile in qualsiasi momento. GREAT!!!!! avvisiamo subito GF che manifesta evidente gioia. Al ritorno al comando informiamo Tarantini della cosa e lo stesso immediatamente contatta chi di dovere e dopo pranzo ci comunica che sarà reso disponibile un aereo attrezzato per Martedì 13/7.

 
 

Nel pomeriggio avvisiamo GF della cosa; ora gli hanno tolto i supporti di respirazione assistita e quindi gli è più difficile compiere tale operazione da solo. In zona porto hanno sparato ad un Russo che era a bordo di una nave, lo hanno operata ed ora è in coma di fronte a GF. Un soldato americano scherzosamente gli mette tra le mani una bandierina americana e la fa sventolare.

Rientriamo al comando,telefoniamo a casa e avvisiamo anche loro del rientro. Solita cena tra i sottufficiali,questa sera siede tra noi il maresciallo Turi che è l'addetto alla cucina sottufficiali;racconta di quando ha fatto la prova di sopravvivenza ,sembrano scene da film ma è tutto vero. Striscio e Miscio si armano e come ogni sera ci accompagnano in albergo.

Lunedì 12/7/1993

Ore 9.30 Solita visita a GF il quale ci chiede se è stata recuperata la sua roba, gli confermiamo che ciò è avvenuto e che noi stessi abbiamo controllato il suo zaino ed in linea di massima gli diciamo ciò che vi era all'interno. Dovremmo essere allegri per l'imminente partenza ma io non lo sono, forse perché vedo GF che fatica a respirare ed ora i miglioramenti non sono vistosi come nei primi giorni. Oggi gli americani hanno deciso di compiere una azione con gli elicotteri; dall'ospedale si vedono alzarsi e ad ogni colpo che sparano c'è un'ovazione da parte di tutti i militari americani che seguono da ogni punto l'operazione. La giornata scorre tranquillamente e, giunti la sera in camera ,prepariamo i bagagli lasciando fuori solo il necessario.

Martedì 13//7/1993

Ore 7.30 E' giunto il giorno della partenza. Facciamo colazione e salutiamo tutti quelli che restano al comando,compreso il gen. Loi. Ringraziamo tutti per la cordialità con la quale ci hanno accolti . Con noi viene il col. Tarantini ed insieme ci rechiamo all'aeroporto. Giunge un aereo militare da trasporto ma per fortuna non è con quello che faremo rientro;dopo poco giunge un DC9 che dopo sapremo essere quello presidenziale. Attendiamo che GF giunga con un elicottero che lo ha prelevato dall'ospedale. Finalmente le operazioni di trasbordo vengono ultimate:il col. Tarantini ci saluta abbracciandoci e baciandoci,un gesto che và al di là dei suoi compiti militari e che dimostra la sensibilità d'animo di questo uomo.

Veniamo sistemati insieme a GF ed ad altri tre feriti lievi nella parte che è stata attrezzata con una barella sopra i sedili. C'è anche un macchinario che dovrebbe servire per aiutare GF nella respirazione,ma non va bene quindi per tutto il viaggio dovrà essere aiutato con un meccanismo manuale. Ore 14.30 Andiamo a turno a mangiare, prima io e l'infermiere e poi Emilio ed il maggiore medico che è con noi. Per i giornalisti che viaggiano con noi non è previsto il pranzo:poveracci. Facciamo scalo al Cairo, scendiamo tutti dall'aereo ed ci impattiamo con 40 gradi da soffocamento;con un bus ci accompagnano al bar dove i giornalisti hanno così la possibilità di comprare qualche cosa da mangiare. Completate le operazioni di rifornimento ripartiamo. Finalmente atterriamo a Roma, dai finestrini vedo i nostri famigliari che insieme alle autorità militari ci attendono. E' un momento molto emozionante;Nico, nel salutami,mi ricorda che prima di partire gli promisi che saremmo ritornati insieme a GF.

Con l'aiuto di Dio ci siamo riusciti.

 

 
 

DIFFICILMENTE DIMENTICHEREMO :

GENERALE LOI

COLONNELLO TARANTINI

MAGGIORE MEDICO MARCO PISANI (Ferrini)

MARESCIALLO RUSSO (accompagnatore ufficiale)

MARESCIALLO MARTELLI (hummers)

MARESCIALLO SGUEO FERNANDO (striscio)

MARESCIALLO MANDOLINI MARCO (miscio)

CARABINIERE INTERPETRE GERMINIO

MARESCIALLO TURI (cuoco siculo)

MARESCIALLO MOTTOLA (cuoco napoli)

COLONNELLO VALLANCE(chirurgo usa)

CAPITANO CIPRIANI(psicologo usa)

SOLDATESSA RUSTY (aiuto psicologo)

Questa ricostruzione dei fatti risulta scritta al singolare solo per difficoltà nell'esporre una vicenda che abbiamo vissuto completamente in due:

Emilio e Salvatore.

 

 
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