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\\ Blog : Storico : Interviste (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di amministratore (del 18/09/2010 @ 22:25:19, in Interviste, linkato 1358 volte)

Il finiano Gianfranco Paglia: "La legislatura e nelle mani di Silvio Berlusconi"

di Paolo Salvatore Orrù

“Spero che Silvio Berlusconi accetti gli inviti che gli ha rivolto Gianfranco Fini: il nostro Paese ha bisogno di continuità non di tornare al voto”. Per Gianfranco Paglia, deputato di Futuro e Libertà, ex capitano dei parà della Folgore, medaglia d’oro al valor militare, il dopo Mirabello è già cominciato. E sebbene l'eco delle parole dell'ex segretario di An non si sia ancora sopito, il dialogo, seppur teso, per tentare di salvare la legislatura è tenuto vivo dai soliti pontieri. “Se Berlusconi – commenta l’ex capitano della Folgore - ha il senso dello Stato, ed è lo statista che ha sempre ritenuto di essere”, il lavoro di ricucitura dei rapporti fra le due componenti di destra “potrebbe non essere impossibile”. Anche se Umberto Bossi, l’unico vero alleato del “partito del predellino” (Fini dixit), ogni giorno soffia sul fuoco delle divergenze, con l’intento di non tirarla troppo per le lunghe e di tornare alle urne a novembre. “Che per il premier non sia un momento facile lo dimostra il ritiro delle proposte di legge sulle intercettazioni telefoniche e il processo breve”, conferma Paglia.

On. Paglia, Fini a Mirabello ha lanciato il sasso che scotta al presidente del Consiglio. E ora?
“Finché si tratterà di portare avanti il programma concordato nell’ultima campagna elettorale il nostro sostegno al Governo non mancherà. Se invece il premier ha in mente altre cose dovrà, indubbiamente, concordarle con noi”.

Col niet al processo breve, Fare Futuro ha fatto un altro sgarbo al Cavaliere?
“Il processo breve? Non si può dare la sensazione alla gente che la maggioranza sia pronta ad approvare norme che possano servire per eliminare i processi che interessano il premier. Gli italiani non devono avere alcun dubbio sulla lealtà del governo. Si può, invece, pensare ad una legge che offre uno scudo temporaneo alle più alte cariche dello Stato durante il mandato. La magistratura starà così tranquilla e serena e potrà fare i processi a fine corsa. Fare Futuro, insomma, è contraria alle leggi ad personam”.

Ci sono pontieri all’opera per ricucire almeno alcune parti dello strappo di Mirabello?
“Adesso la decisione spetterà a lui … Fini, i ministri, i sottosegretari di Fare Futuro, che ancora fanno parte dell’attuale governo, hanno sempre dimostrato grande lealtà e senso delle istituzioni. Berlusconi adesso li vorrebbe, pare, fuori dal governo. E questo non mi sembra equo né dal punto di vista politico né dal punto di vista umano. Se insiste nel suo intento vorrà dire che non vuole andare avanti e che non vuol più pensare a ciò che in questo momento è la cosa più importante, cioè di governare il Paese”.

Potrebbe sempre ritentare una nuova campagna acquisti. Chi potrebbe cambiare maglia?
“Non mi sembra che il Cavaliere sia riuscito a comprare qualcuno: nessuno di noi si è rimangiato ciò che ha detto e ciò che ha fatto. Il Cavaliere ha la squadra che si merita”.

Riforma elettorale, il sistema dei due listoni bloccati non le sembra troppo poco democratico?
“Il sistema elettorale prima della bagarre non piaceva a nessuno, nemmeno agli uomini di Umberto Bossi. Ora chi sta al governo sembra apprezzarla. Ci sono molte incongruenze, anche perché lo stesso Fini che ha appoggiato la precedente riforma elettorale ha detto di aver sbagliato. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: nel Parlamento ci sono personaggi che in altri tempi tutto avrebbero potuto fare, tranne il deputato o il senatore. Mi sembra giusto, quindi, cambiare, per far scegliere i parlamentari dagli elettori”.

Per la riforma elettorale non basta una legge ordinaria. Siete disponibili ad alleanze trasversali?
“Penso che la legge elettorale debba essere il frutto di un voto bipartisan. Spero che in questo si possa trovare un punto di intesa anche con il Pdl e la Lega Nord. Comunque ritengo che prima di scatenare tutto questo bailamme sia necessario mettere mano ai problemi economici che stringono in una morsa senza precedenti l’economia italiana”.

 
Di amministratore (del 26/09/2010 @ 11:42:17, in Interviste, linkato 1679 volte)
Fedele a Fini

Gianfranco Paglia, medaglia d'oro al valor militare per la missione in Somalia, indicato in uscita da Fli, esclude un suo passaggio al Pdl: ''Sono fedele a Fini. Se dovessi cambiare non tornerei nel Pdl, ma tornerei a indossare l'uniforme, che forse e' la cosa migliore che so fare. Tutti i colleghi del Pdl, con cui ho uno splendido rapporto, conoscono questa mia posizione e la rispettano''.

Fonte: adnkronos
 
Di amministratore (del 07/10/2010 @ 11:40:25, in Interviste, linkato 1187 volte)
A DOMANDA:

Gianfranco, come molti sono rimasto interdetto dalla scelta dell'On.Fini di creare una formazione "indipendente" dal PdL ed ancora oggi sto cercando di capire cosa ci sia realmente dietro questa decisione. Non credo riuscirò ad ottenere risposte dal altri se non da te che l'hai vissuta e scelta in prima persona. Perchè si sceglie di abbandonare una "famiglia" nella quale si era entrati a far parte solo poco tempo prima? Perchè un cambio di rotta quando, in fondo, di quella famiglia si condividono ancora i programmi , le idee, le ideologia? Solo perché c'è attrito "personale" con Il presidente del Consiglio ? O cosa d'altro, di politico, di reale che molti , come me, non hanno compreso ? Grazie per la tua risposta e per il tuo impegno. Ten. Col. par. Massimo Zaccheroni

RISPONDO:

Alle domande che mi poni darò le risposte che io mi sono dato, dal mio punto di vista e dalle conclusioni che ho potuto trarre dialogando con i colleghi che hanno operato la mia stessa scelta. Bisogna partire da lontano, dalla nascita del PDL , da quando Fini decise di confluire anche con il parere contrario di alcuni aderenti ad AN. Il tutto avvenne rapidamente perché l'improvvisa caduta del governo Prodi portò ad elezioni anticipate. Fu un errore? Vista la svolta avuta ultimamente direi di si,  ma si era convinti che con il tempo si sarebbe creato un grande partito, con sedi sul territorio, con dibattito interno, portando all'interno di esso valori dei quali nessuno voleva e poteva farne a meno. Nel momento in cui sono state chieste queste cose vi è stata la rottura, non ritengo si tratti di problemi personali, sarebbe troppo banale, si tratta di concezione diversa della gestione di un partito. Un onorevole non è un extraterrestre competente in tutto, ad esempio se in Parlamento si deve votare una legge che riguarda la Difesa io certamente conosco tutti i particolari e posso in coscienza votare: ma gli altri hanno il diritto e il dovere di discuterne, perché decidono il destino di milioni di persone. Non posso continuamente chiederti la fiducia per velocizzare l'iter, si svuota così il compito del Parlamento, non ritengo di essere stato chiamato solo per premere un bottone. Molti miei colleghi che hanno deciso di rimanere nel PDL contestavano a Fini il modo in cui aveva gestito AN, io non c'ero e non posso giudicare ma la prima cosa che il nostro presidente ci ha detto  è stata “non bisogna commettere gli stessi errori commessi in AN”: si riferiva proprio a quello. Tutto ciò che è successo poteva essere evitato? Certamente si, ma come al solito capita che tutti i grandi hanno vicino cattivi consiglieri, la storia ce lo insegna.
 
Di amministratore (del 12/10/2010 @ 14:03:26, in Interviste, linkato 1102 volte)
E' meglio incrementare gli elicotteri


Ai funerali dei quattro alpini uccisi in Afghanistan non mancherà oggi Gianfranco Paglia, maggiore de]l’esercito e deputato di Futuro e libertà. «Passate le esequie di questi ragazzi — dichiara il parlamentare, 40 anni, medaglia d’oro al valor militare, che nel 1993 ha perso l’uso della gambe nel corso della missione in Somalia — però, voglio consultarmi con i vertici militari perché è da loro che desidero sapere se è davvero tempo di rinforzare la dotazione delle nostre truppe in Afghanistan. Io, ad esempio, ho un’altra idea, rispetto a quella proposta dal ministro Ignazio La Russa...>>.

Qual è la sua idea?

Partendo dal presupposto che noi dobbiamo fare il possibile per tutelare l’incolumità dei nostri soldati, io invierei in Afghanistan un maggior numero di elicotteri, piuttosto che incrementare le munizioni.

Perché?

Gli elicotteri, rispetto agli aerei, sono più duttili nell’utilizzo, possono dare maggiore copertura. E, soprattutto, in confronto agli aerei, causano meno danni collaterali, ossia sono responsabili di meno vittime fra i civili perché si colpisce il territorio in maniera più mirata, quanto più possibile centrata sull’obiettivo da raggiungere con il fuoco. Mi sono convinto di ciò che le dico nel corso del mio ultimo viaggio in Afghanistan, quando ho parlato con il governatore di Herat e lui stesso ha chiesto al governo italiano di dare impulso alla fornitura di elicotteri, mezzi che a suo dire fanno molta più paura ai Talebani, in quanto riescono ad arrivare in maniera precisa sulle loro basi. E, soprattutto, non vanno a bersagliare indiscriminatamente il territorio, in cui vive anche gente che niente ha a che fare con i terroristi. Mi conforta nella mia idea anche il fatto che gli stessi americani hanno cambiato il modo di operare in quel Paese, essendosi resi conto di quante morti sono state provocate fra la popolazione civile grazie all’uso delle bombe aeree.

Esporrà la sua teoria al ministro La Russa quando verrà nella commissione Difesa della Camera, di cui lei fa parte?

Sì, certo che lo farò. Futuro e libertà è pronta al dialogo con la maggioranzale in questo caso ascolterò e lancerò la mia proposta. Mi fa piacere, infine, scoprire che anche il Pd si sia reso conto che i nostri mezzi non sono più sufficienti a fronteggiare ordigni di oltre 100 kg. come quello che ha ucciso gli alpini. E che serve un cambio di rotta.

si.dal.
 
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